sabato 23 luglio 2011

Gli strani casi del principino Vanostemma - Pugiotto

Umberto Pasqui, Gli strani casi del Principino Vanostemma

Maremmi Editori - Firenze Libri, 2008


Recensione di Andrea Pugiotto
(Pubblicata sulla rivista Poeti nella Società - Anno VIII - Num. 43)

Da quando Italo Calvino, morto giusto vent'anni fa, ci narrò le strane vicende di Cosimo Piovasco, Barone di Rondò che, in rotta coi genitori, passò la vita a rampare sugli alberi, non era più capitato un libro altrettanto peregrino e surreale quanto questo testo di Pasqui, che avrebbe potuto benissimo intitolarlo Il Principe nella cisterna. Il che avrebbe forse stuzzicato vieppiù la curiosità del lettore.

Un nobiluomo ultraquarantenne, con una moglie, Clementina, e un figlio, Vologeso, soprannominato da vicini e conoscenti Il Principino, in tono dispregiativo (ma principe lo è davvero), decise di rinchiudersi in una cisterna di materiale trasparente, color arancione, per motivi non molto chiari (neppure a lui stesso), poco tempo dopo che un delitto era stato consumato in zona.
Così Robertino Consalvo Maria Vanostemma vive, per circa un mese, chiuso nella cisterna che ha fatto mettere quasi al bordo d'una strada carrozzabile, lungi alquanto dalla propria casa, ricevendo visite (spesso importune per lui) da uomini e bestie, amici e vicini, curiosi e/o preoccupati per la sua sorte. In questi incontri-scontri, più verbali che maneschi, il Principino ha modo di confrontarsi con gli altri, di ascoltare storie, di ricevere consigli (non richiesti) e di riflettere sulla propria ed altrui condizione. Finchè...

Un libro davvero curioso e accattivante, nel suo genere e che, in apparenza, non sembra seguire un percorso ben definito, un filo logico che prevede una meta cui pervenire.
Pur non muovendosi affatto (o quasi) dalla sua casa di nuova concezione, Robertino viaggia molto, attraverso le parole sue e degli altri, alla ricerca della Verità.
Una verità tutta sua, che esclude il contesto in cui vive, ma che deve però scontrarsi con la Verità oggettiva del mondo che lo circonda e che lo richiama, con lusinghe o con minacce, ai suoi doveri: quando si ha moglie e figlio non si può giocare all'eremita e gettarsi tutto alle spalle, come un fazzoletto usato!
Ma queste sono considerazioni facili da farsi. Come sempre, ogni lettore è il risultato di esperienze diverse da quelle di tutti gli altri. Pertanto, mettervi a parte delle mie congetture personali è del tutto inutile.
Fatevi voi stessi un'idea dello strano mondo del Principino Vanostemma. Ci sarà da ridere! O da piangere. O da riflettere. Chissà...

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